Nel corso del 2022 in Italia sono stati registrati 4.159.880 cittadini stranieri, comprendendo sia quelli comunitari che non comunitari. Di questi, il 87,3% corrisponde a lavoratori attivi, totalizzando 3.630.154 individui.
Nel dettaglio, 304.510 persone, pari al 7,3%, sono risultate pensionate, mentre 225.216 individui, corrispondenti al 5,4%, hanno beneficiato di prestazioni a sostegno del reddito. A dirlo sono i dati del report dell’Osservatorio INPS sugli stranieri, pubblicato il 23 novembre 2023, ma riportante i dati 2022.
I settori dove si è registrata una maggiore impennata sono:
Concentrandosi ad analizzare i settori dell’industria, invece, contribuiscono in misura rilevante agli aumenti degli ingressi rispetto al 2019:
In entrambi i casi la domanda espressa delle imprese si è raddoppiata. La metallurgia infine si conferma, con 42 mila contratti di assunzione (+13 mila unità), il principale settore manifatturiero per richiesta di lavoratori stranieri.
Secondo i dati del report dell’Osservatorio INPS il numero dei lavoratori dipendenti privati nel 2022 ammonta a 3.140.197, con una retribuzione media annua (RMA) di 15.261,87 euro. Di questi, 2.316.034 operano nel settore privato non agricolo, rappresentando il 64,5% del totale e con una RMA di 17.490,98 euro.
L’analisi dei dati del report dell’Osservatorio INPS sulla provenienza dei lavoratori stranieri evidenzia la significativa presenza di 707.166 cittadini rumeni, rappresentanti il 17,0% del totale degli stranieri registrati dall’INPS. Seguono gli albanesi con 406.595 individui (9,8%), i marocchini con 323.158 (7,8%), i cinesi con 217.121 (5,2%), gli ucraini con 205.710 (4,9%) e i filippini con 131.002 (3,1%). Queste sei nazionalità costituiscono circa la metà del totale degli stranieri noti all’INPS, pari al 47,9%.
In termini di genere, tra i cittadini stranieri predomina il maschile (56,2%), in particolare nei paesi come Pakistan (94,6%), Bangladesh (93,6%), Egitto (91,7%), Senegal (83,7%), India (78,8%) e Marocco (71,7%). Al contrario, le donne sono in maggioranza tra i lavoratori provenienti da Ucraina, Moldova, Perù e Filippine, con tassi di mascolinità rispettivamente del 19,8%, 33,2%, 40,0% e 42,3%.
Per quanto riguarda l’età dei non comunitari, emerge che quasi la metà di essi ha meno di 39 anni (45,1%), mentre il 44,3% rientra nella fascia d’età compresa tra i 40 e i 59 anni, e solo il 10,6% ha più di 60 anni. Ciò contrasta con i comunitari, tra cui il 32,1% ha meno di 39 anni, il 52,5% ha tra i 40 e i 59 anni e il 15,4% supera i 60 anni.
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